Quali sono le attività di successo che puoi aprire in un piccolo paese? Quali sono le opportunità che l’economia offre anche all’interno di una realtà economicamente meno dinamica, come quelle lontane dalle grandi metropoli?
Anche se ovviamente c’è meno spazio per darsi da fare ed avere successo, anche in un piccolo paese possiamo far sbocciare idee e attività di tutto rispetto, tenendo però conto delle enormi differenze che si possono trovare tra appunto la grande città e il piccolo centro.
Nella guida di oggi ci occuperemo insieme proprio di questo, ovvero di mettere insieme qualche buona idea per fare business in comuni e frazioni che non possono offrire quel contesto economico tipico della grande città.
Sono in molti a fallire dopo aver aperto un’attività in centri non popolosi. Il tutto è però legato al fatto che non si pianifica oppure si finisce per pianificare nel modo sbagliato.
Il piccolo centro ha delle particolarità importanti, che analizzeremo insieme. Continua a leggere.
Una novità del mercato immobiliare del 2019
Prima di parlarti delle considerazioni e delle opportunità che puoi valutare nel tuo paese, voglio parlartene di una che può permetterti di investire in immobili al di fuori dei “confini” del tuo paesino: il crowdfounding immobiliare.
Grazie a questa innovativa modalità di investimento immobiliare potrai acquistare piccole porzioni di immobili sia in Italia che all’estero che messe a reddito ti danno degli interessi costanti nel tempo. In questo modo potrai sicuramente diversificare i tuoi investimenti, guadagnare dal mattone (che resta sempre l’investimento più sicuro) e risparmiare moltissimo in termini di soldi e tempo da dedicare alla burocrazia. Il tutto si realizza attraverso piattaforme specializzate.
Quale attività aprire in un piccolo centro: 3 Passi Essenziali
Prima di aprire in un piccolo centro dovremo fare, insieme possibilmente, delle considerazioni generali che riguardano le economie dei piccoli centri da pochi residenti. Non siamo in città, dove anche un’attività innovativa può avere un buon flusso di clienti (se sei davvero innovativo, le persone finiranno quasi sicuramente ad avere a che fare con te, nella grande città).
L’economia del piccolo centro è guidata dalla domanda e difficilmente si interessa dell’offerta che non è specificatamente ritagliata sulle esigenze della popolazione.
La prima domanda da porsi prima di aprire un attività in un piccolo centro è proprio questa: di cosa hanno bisogno i residenti?
Cosa manca al paese? Cosa è per intenderci gestito non in modo efficiente e può essere migliorato? Partendo da questa domanda potremo, senza alcun tipo di problema, andare a delineare un’idea che possa essere, almeno in via potenziale, destinata al successo.
Una prima idea possono dartela gli spostamenti: se la popolazione del piccolo centro si sposta in una città limitrofa o in un paese leggermente più grande per acquistare determinati beni o servizi, il nostro consiglio è, come dicono gli americani “follow the money”, ovvero segui il denaro. Se viene speso in determinate attività non in paese, forse potresti aprire un’attività analoga proprio nel paese che ti interessa.
Non metterti però soltanto alla ricerca di business innovativi e di negozi fuori dai canoni: potresti infatti trovare successo con idee piuttosto standard come edicole, bar, supermercati, centri scommesse e altre attività di questo tipo.
Il primo punto da analizzare è dunque il bisogno, anche se la questione potrebbe essere, e probabilmente sarà, molto più complicata di quello che pensa.
Il secondo passo: l’età media del paese
Il secondo punto fondamentale da analizzare è quello dell’età media delle persone che risiedono in paese. Un paese con una popolazione molto giovane (sono in realtà sempre di meno) non solo potrebbe avere bisogno di alcuni tipi specifici di attività, ma anche nel caso di modulare l’attività standard (pensa ad un bar, ad una trattoria o ad un enoteca) secondo i gusti di questo preciso segmento della popolazione.
Avere invece una popolazione con età media avanzata cambia completamente le carte in tavola. Oltre dunque ad analizzare quello che potrebbe mancare, preoccupati anche di analizzare per fascia di età la popolazione residente del paese dove pensi di aprire la tua futura attività.
Anche se c’è concorrenza, puoi avere delle possibilità
Anche nel caso in cui l’attività che avevi in mente fosse già presente, potresti comunque buttarti nel settore e aprire nel piccolo paese. In questo caso a fare la differenza saranno prezzi e qualità offerta: spesso le attività nei piccoli paesi non sono di qualità eccelsa e organizzando un negozio, un bar, un ristorante o un’attività di altro tipo al meglio può comunque offrire delle possibilità interessanti.
La competizione non vuol dire non avere possibilità, ma avere degli standard, settati dagli altri, che dovrai superare per prosperare con il tuo prossimo business.
Prima di agire, metti il tuo patrimonio al sicuro
Una raccomandazione che inserisco nelle premesse, questo perché è veramente fondamentale prima di mettersi in proprio. Molto spesso si investono tutti i risparmi in una nuova attività o, peggio ancora, ci si indebita.
In questi casi, la scelta ideale è quella di evitare che ciò avvenga dividendo una parte del budget da investire nel business ed una da mettere a patrimonio e magari consolidare. La scelta migliore, se non si ha il tempo di seguire i propri investimenti finanziari, è quella di affidarsi ad un consulente finanziario.
Oggi ci aiuta senza dubbio internet che non limita l’offerta solo alla nostra zona. Per esempio, online esistono aziende molto serie ed affidabili come MoneyFarm, società nata in Italia premiata recentemente da Corriere Economia come miglior consulente finanziario indipendente.
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Il contesto e le dinamiche del piccolo paese
Oltre alle determinazioni da fare per il singolo paese, dovremo necessariamente occuparci anche delle regole generali dell’economia di un piccolo paese.
Possiamo dividere ogni piccolo paese in categorie, che possono darci un buon indirizzo per cominciare a scegliere l’idea da far prosperare e le basi dal quale sviluppare il nostro business.
I piccoli comuni “dormitorio” a pochi passi dalla grande città
In questo specifico caso mi sto riferendo a quello che i giornalisti chiamano hinterland, ovvero quei paesi che fanno parte della fascia più esterna di una grande città.
Chi ci vive lo fa spesso per risparmiare qualcosa sull’affitto e per vivere in contesti più rilassati e meno cari rispetto a quelli offerti dalla metropoli. Andranno poi comunque nella grande città, per studiare o lavorare, e in questa città spenderanno il grosso del loro denaro. Si torna infatti quasi sempre soltanto per dormire e l’attività economica è molto lenta durante le ore della giornata.
Per prosperare in un contesto del genere sarà necessario intervenire con un’attività imprenditoriale che non dovrà soltanto tenere conto di quello che c’è nel piccolo paese, ma anche di quello che c’è in città. Si possono produrre beni e servizi da commercializzare in tutta Italia (e anche all’estero, per chi ne avesse le possibilità), oppure procedere con attività che offrano servizi che già esistono in città ma offrirli a prezzi più bassi (pensiamo su tutte alle lavanderie a gettoni, tanto per citarne una).
Hai in mente di aprire un pub? Tieni conto del fatto che probabilmente ce ne sono moltissimi in città, che possono essere raggiunti comodamente in auto e che per affermarsi dovrai sicuramente offrire qualcosa in più rispetto alla città e alle attività di riferimento di questa.
I piccoli comuni e paesi sul mare – aree turistiche
Discorso molto diverso per i piccoli comuni che vivono in aree turistiche. Qui la vita economica si sviluppa in modo “stagionale”, ovvero con momenti dell’anno che sono molto intensi e momenti dell’anno che sono invece completamente morti.
All’interno di questa macro-categoria, inoltre, finiamo per trovare tante altre tipologie di piccolo paese:
- i paesi weekend, che magari godono della vicinanza di qualche grande città, con i cittadini che sfruttano il paese per un weekend di relax;
- i paesi stagionali veri e propri, che non hanno grandi città nelle vicinanze e che tendono a lavorare molto soltanto durante l’alta stagione;
- le località di lusso, pensiamo ad esempio a Capri oppure a Portofino, che pur essendo relativamente vicine a città di buone dimensioni, finiscono comunque per attrarre quasi esclusivamente una clientela facoltosa.
In questo caso bisognerà scegliere se lavorare sulla quantità o sulla qualità, tenendo sempre bene in conto quali sono le necessità dei turisti che raggiungono il paese che ci interessa.
L’analisi di mercato, anche in questo caso, diventa di fondamentale importanza e non vi è assolutamente modo di trovare successo senza fare i proverbiali compiti a casa.
Il piccolo paese non turistico e lontano dalla città
L’Italia è il paese dei borghi e sono tantissimi i comuni e le frazioni che si trovano in posizione relativamente isolata, senza che ci sia nelle prossimità una grande città e senza che ci sia un flusso turistico degno di nota.
In questo caso siamo di fronte ad una realtà che è forse la più difficile da gestire sul piano economico: si tratta di luoghi non molto vitali, che continuano a perdere popolazione e dove la parte più dinamica dell’economia, i giovani che guadagnano bene, ha già preso il largo da tempo.
I flussi sono quasi asfittici e di nuovi residenti sono praticamente zero.
In questo caso bisogna anche tenere conto del fatto che la popolazione tende ad essere particolarmente anziana e che difficilmente si presta a cambiare “fornitore”: un’economia basata sulla fiducia e sulla conoscenza, gangli che sono particolarmente difficili da scardinare.
Che fare? Rispondere sempre e soltanto a bisogni concreti
La risposta alla domanda che ti attanaglia è semplice: ascolta i bisogni della gente. Qualunque sia il tipo di attività che hai in mente, non avrai alcuna possibilità di successo senza condurre una buona analisi di mercato e senza individuare le vere necessità di chi vive il luogo dove vuoi aprire.
Nei piccoli paesi non si può sparare nel mucchio e sperare che succeda qualcosa: bisogna intervenire nell’economia locale, spesso parecchio ingessata, tenendo conto di tutte le variabili in gioco, variabili che possono essere molto più complesse da mettere insieme rispetto a quanto potremmo fare nella grande città.
Facciamo i compiti a casa, valutiamo diverse possibilità e soltanto dopo preoccupiamoci di muovere i primi passi per far partire la nostra nuova attività.
Tornando a parafrasare gli americani, non avere alcun piano vuol dire avere un piano per fallire, soprattutto nelle piccole realtà, dove gli sbagli non vengono mai o quasi perdonati.