Cosa sono i fondi SICAV? Le chiamiamo erroneamente fondi, ma le SICAV sono una modalità di investimento che, sotto sotto, cela differenze abbastanza importanti dalla forma di investimento che va sotto il nome di fondo comune.
Siamo infatti di fronte ad una forma di investimento che sebbene sia differenziata e comune, proprio come i fondi, conserva delle particolarità organizzative che la rendono radicalmente diversa, sebbene spesso la banca non lo sottolinei, dal fondo comune di investimento.
Cosa sono le SICAV? Quando conviene investirci? Quali sono le particolarità di questa forma comune e gestita di investimento? Quando dobbiamo sceglierla a dispetto delle altre forme gestite e comuni?
Domande importanti, alle quali dovremmo necessariamente rispondere prima di procedere con l’impegnare i nostri sudatissimi capitali.
Cosa sono le SICAV?
Le SICAV sono un acronimo che vuol dire società di investimento a capitale variabile. Una definizione scolastica che ci dice poco, troppo poco sulla vera natura di questa modalità di investimento.
Le SICAV sono delle società che hanno come unico obiettivo di costituzione quello di investire sui mercati i capitali raccolti presso il pubblico.
La prima differenza con i fondi è che quando partecipiamo a queste attività non stiamo acquistando una quota di un determinato fondo, ma piuttosto una quota della società stessa di gestione, il che vuol dire che diventeremo a tutti gli effetti, con tutto quello che comporta.
Avremo diritto di voto in assemblea (a patto di avere una quota relativamente consistente della società, potremmo sempre esprimere il nostro voto, ma avrà ovviamente un impatto molto meno interessante) e parteciperemo alle sorti della società di gestione, che non ha capitale separato dal fondo.
Questo vuol dire anche che nel caso in cui la società gerente (ovvero la società di gestione, che in questo caso coincide in modo perfetto con la SICAV) dovesse fallire, il nostro investimento andrebbe, metaforicamente, a farsi benedire.
Le caratteristiche della SICAV
La SICAV può essere, a grandissime linee, assimilata ai fondi comuni di investimento ed è una delle due modalità che il nostro ordinamento riconosce per gli organismi che sono detti di investimento collettivo.
Si differenzia però dal fondo comune di investimento proprio per la questione di cui abbiamo parlato sopra, ovvero per non avere autonomia perfetta a livello giuridico dal fondo: non compriamo quote del fondo che è separato dalla società di gestione, ma piuttosto una quota della società che detiene il fondo.
Le SICAV multicomparto
In parziale deroga a quanto detto prima, esistono anche le SICAV multicomparto, ovvero società che al loro interno contengono società a comparti che gestiscono solo parte degli investimenti. In questo caso, nell’ipotesi di fallimento, a cadere sarebbe un solo comparto e non tutta la SICAV, il che costituisce una schermatura, seppur minima, dai rischi tipici che sono insiti la SICAV.
La verità è che comunque le SICAV difficilmente falliscono e che di casi se ne contano sulla dita di una mano, a fronte di decine di migliaia di SICAV che operano soltanto nel nostro Paese.
Le azioni della SICAV
Per partecipare ad una SICAV dovremo acquistare non quote del fondo, ma delle azioni vere e proprie. Ne esistono di due tipi:
- azioni al portatore: sono azioni che attribuiscono un voto per socio, a prescindere dall’entità delle azioni;
- azioni nominative: sono azioni che invece attribuiscono voto a seconda del capitale detenuto.
Le differenze sono minime e sono sempre meno i casi in cui le SICAV, per problemi organizzativi che dovrebbero apparire come ovvi a questo punto della trattazione, ricorrono al primo tipo di azioni.
Il rimborso delle azioni SICAV
Altro fatto interessante è che le SICAV sono sempre aperte, al contrario dei fondi. Un socio può sempre inserirsi in una SICAV in corso d’opera, chiedere l’emissione di nuove azioni che andrà ad acquistare o chiedere la liquidazione delle azioni possedute.
Questo rende l’investimento in SICAV estremamente più liquido, almeno rispetto ai fondi chiusi, che in alcune specifiche circostanze possono essere estremamente più difficili da piazzare.
Bisogna ricordare in questo frangente che le SICAV hanno come caratteristica il fatto che il patrimonio della società coincide sempre con le quote, nel senso che ad un aumento di capitale consegue o un aumento del numero di azioni, oppure, caso più comune, un aumento del valore delle azioni.
Il valore delle azioni della SICAV è dato sempre e in ogni momento da patrimonio netto / numero di azioni in circolazione.
I limiti della SICAV
Non dobbiamo pensare però che le SICAV, essendo delle SPA a tutti gli effetti, possano comportarsi di conseguenza. Trattandosi infatti di OICR, ovvero di organismi per il risparmio collettivo, il legislatore ha previsto dei limiti particolarmente stringenti per quanto riguarda la gestione delle stesse.
La SICAV non può mai detenere azioni proprie, e deve depositare le azioni in un una banca terza, nonché deve anche mantenere presso banca terza sia le liquidità, sia i titoli che in ogni dato momento si trovano in portafoglio.
La banca depositaria, di concerto con la Banca d’Italia, deve anche occuparsi che siano legittime le operazioni di eventuale emissione di nuove azioni, il conteggio delle stesse, nonché il conteggio del valore di riferimento.
Si tratta di misure che il legislatore ha imposto principalmente a tutela del risparmiatore, che è garantito nella sua posizione da una normativa particolarmente stringente e la cui applicazione è affidata sia alla Banca d’Italia, sia all’ente depositario.
Le SICAV sono sicure? I capitali sono garantiti?
Le SICAV sono uno strumento di investimento che può incarnare profili di rischio anche estremamente diversi l’uno dall’altro. Si tratta di importanti differenza tra una SICAV e l’altra, che possono incorporare titoli dal rischio molto diverso e con ritorni attesi radicalmente differenti.
Questo vuol dire che prima di scegliere una SICAV rispetto ad un’altra sarà assolutamente necessario individuare gli strumenti che utilizzerà per accrescere il capitale e solo successivamente decidere di optare per l’ente in questione.
Il mercato delle SICAV è particolarmente variegato e tipicamente offre, anche in Italia, opportunità per ogni tipo di investitore.
Come investe la SICAV?
Esistono delle buone pratiche consigliate dalla Banca d’Italia per la gestione dei patrimoni raccolti dalle SICAV. Una grande importanza è data dalla differenziazione del capitale, e sono imposti limiti all’acquisto di titoli che abbiano lo stesso emittente (pensiamo ad azioni o obbligazioni statali), nonché appartenenti allo stesso comparto.
La parola d’ordine è dunque spezzettare per quanto possibile il capitale, andando a scegliere per quanto possibile comparti diversi e che possano ammortizzare eventuali crolli di questo o quel settore.
Perché investire in SICAV?
I motivi che dovrebbero portarci ad investire in SICAV non sono molto diversi da quelli che dovrebbero portarci a scegliere i fondi di investimento.
Il primo vantaggio è sicuramente quello di avere un investimento differenziato, anche senza avere a disposizione enormi capitali. Sarebbe impossibile per un piccolo investitore dividere il suo investimento in tanti titoli diversi, dato anche il fatto che molti non sono frazionabili all’infinito (il taglio minimo per le obbligazioni è tipicamente di 1.000 euro e con un capitale di 5.000 euro non si potranno che acquistare solo 5 obbligazioni diverse).
Il secondo vantaggio è quello del risparmio gestito: a rigor di logica i gestori della SICAV dovrebbero essere più competenti di noi nella scelta di strumenti adeguati per far crescere i nostri capitali. Questo vuol dire che dovremmo ottenere dei ROI, ovvero ritorni sull’investimento, maggiori di quanto potremmo ottenere da soli, anche se purtroppo non è sempre questo il caso.
Quando la SICAV non conviene: perché le banche spingono tanto su questi strumenti
Chi frequenta la propria banca da qualche anno si sarà accorto che i promotori finanziari spingono parecchio sia sulle SICAV sia sui fondi comuni di investimento.
Partendo dal concetto che spesso gli interessi della banca non coincidono perfettamente con i nostri, bisogna individuare quali siano gli svantaggi per noi nello scegliere questa particolare forma di investimento.
Dove sta l’inghippo? Nelle commissioni. La banca ci tiene particolarmente a venderti quote SICAV in quanto sono presenti costi particolarmente alti, che vanno ad alimentare il mercato dei gestori dei titoli, ovvero le banche stesse:
- ci sono commissioni di gestione, con la banca che guadagna semplicemente per il fatto di gestire il tuo capitale;
- ci sono commissioni di incentivo, che sono corrisposte alla banca e alla società di gestione nel caso in cui si conseguano degli utili; tipicamente si pagano commissioni sulla differenza tra il rendimento e un qualunque benchmark per il profilo di rischio scelto. Le commissioni di incentivo vanno a pescarvi dalle tasche in proporzione a quanto bene sia andata la SICAV;
- ci sono inoltre le commissioni una tantum. Sono commissioni che vengono pagate per l’acquisto o la cessione dei fondi e dei titoli.
C’è dunque da pagare e il risparmio gestito non è assolutamente gratis, cosa che dovremmo tenere in debita considerazione prima di investire in questo tipo di strumenti.
Ha senso investire in SICAV quando si ha la ragionevole aspettativa che questa possa rendere più dei nostri investimenti in solitaria.
Quando i guadagni sono bassi, come nel caso delle SICAV a basso rischio, potrebbe convenire muoversi da soli, scegliendo strumenti più classici e che non prevedono le esose commissioni chieste dalle banche per le SGR e per le SICAV.
Se non sai come investire in sicurezza i tuoi capitali, potresti affidarti senza alcun tipo di problema alle guide che ho preparato sul mio sito. Troverai una disamina semplice ma accurata di quello che il mercato può offrire.